Palermo mi affascina e mi è difficile spiegarlo con poche parole. Sicuramente tra i motivi ci sono le sue strade millenarie, popolate da piccole cose involontarie, segrete e spesso dimenticate. Mi riferisco a: piante spontanee, trame nei muri, finestre parlanti, rovine, disegni, versi e pietre consumate. Sono segni elementari, sinceri come i disegni dei bambini e più veri delle parole. Sono la mia protezione contro la voglia insana di capire tutto in una volta questa città.